Brindisi. Un tesoro in ogni strada. Area archeologica Via Casimiro ang. Via De’ Muscettola (6)

Nel 1957, durante la costruzione della sede dell’Ist. Autonomo Case Popolari, vennero alla luce i resti di un edificio pubblico di epoca romano-imperiale (prima metà del II sec. d.C.) e i pavimenti di edifici abitativi di epoca repubblicana (I e II sec. sec. a.C.). La ripresa degli scavi nel 1962 permise l’attuale sistemazione dell’area.

Benita Sciarra-Bardaro scrive

“ad oriente si misero in luce ‘parte di pavimenti musivi: il primo a circa m. 2,80 dal livello stradale misura attualmente m. 4,45 x 3,20; verso destra pare continuare sotto un muro di fondazione che presenta uno spessore di m. 0,45. Il disegno è costituito da un riquadro centrale di m. 1,25 x 1,10 nel quale sono disposte su quattro file, 16 conchiglie riempite di pasta vitrea colorata, tale riquadro è distinto da due fasce di tesserine nere dalla zona intermedia a tessere bianche, zona che offre come motivo decorativo delle rosette a quincunce (disposizione di cinque unità nel modo in cui è tipicamente raffigurato il numero cinque sulla faccia di un dado o su una carta da gioco ndr) bianche e azzurre. Tale superfice musiva, corrispondente a poco più della metà settentrionale dell’intero pavimento, rivela per la struttura e per il disegno una tecnica comune nella seconda metà del I secolo dopo Cristo. (..)”.

Oltre ai pavimenti musivi e in cocciopesto, anfore e lucerne, l’area ci ha restituito un sarcofago vetero-cristiano in pietra locale di tipo palestinese, con croci in rilievo a braccia uguali ed il lastrone di copertura spezzato, conservati presso il Museo Provinciale Ribezzo di Brindisi, e riferibili, secondo lo storico G. Carito (Brindisi N.G. p. 276), alla chiesa di San Pelino del tardo VII sec. Inoltre, una testa marmorea efebica di squisita fattura, di probabile età antonina, che, insieme a numerosi frammenti d’intonaco colorato ed elementi di cornice in stucco furono ritrovati e depositati presso il Museo Arch. Nazionale di Taranto.

Il prof. Francesco D’Andria in occasione del rinvenimento dei resti di via Casimiro nel 1956-7 disse che in questa zona della città “doveva sorgere anche il foro a cui sono forse da attribuire i rinvenimenti di via Casimiro, con una grande piazza porticata, notevoli resti di trabeazioni marmoree, cornici decorate da mensole e resti di un tempio”, cui secondo Benita Sciarra, dovrebbe riferirsi anche un elemento di frontone ornato di maschere teatrali, “con colonne tortili poggianti su larghi basamenti quadrati con zampe ferine; (mentre) i mosaici appartengono a edifici di epoca precedente”.

particolari

Come detto in altre circostanze,  l’area archeologica di via Casimiro, depauperata dei pezzi più interessanti e circondata dalle nuove costruzioni che sono sorte proprio nel periodo dei ritrovamenti,  è finita per diventare esclusivamente una sorta di deposito aperto alle avversità atmosferiche e chiuso ai visitatori. Abbiamo avuto la fortuna di scattare le foto che vi mostriamo in questo articolo all’indomani dei recenti lavori di manutenzione straordinaria dell’area.

Per completezza d’informazione mostriamo anche la restante parte di via De’ Muscettola, ancora mai interessata da indagini archeologiche.

Abstract: A. Cocchiaro, Brindisi Romana; B. Sciarra, Scavi e scoperte nell’area urtbana di Brindisi; G. Carito, Brindisi Nuova Guida

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